Nonostante la pandemia, secondo una recente ricerca di Deloitte, le 100 più grandi aziende di beni di lusso al mondo hanno generato vendite per 252 miliardi di dollari nel 2020, 29 miliardi in meno rispetto all’anno passato. A tassi di cambio costanti, i primi 100 player hanno complessivamente subito perdite del -12.2%, ma con un profit margin positivo del 5.1%. Ma senza il peso della contraffazione dei marchi di maggior prestigio, che vale circa 150 miliardi di dollari ogni anno, i fatturati dei brand potrebbero essere sicuramente più consistenti. Se si pensa che il nostro Paese è il primo al mondo nel luxury, con ben quattro nuovi ingressi nella classifica dei primi 100 marchi di Deloitte, si capisce come il problema ci riguardi molto da vicino. Nel 2027 il mercato del lusso dovrebbe superare i 330 miliardi di dollari di valore con un CAGR del 4,6% nel periodo 2020-2027. Il problema della lotta alla contraffazione dei marchi del lusso è un’esigenza sempre più pressante per i principali brand, e grazie alle nuove tecnologie si stanno mettendo in pratica metodologie atte a rendere il lavoro dei criminali della contraffazione sempre più arduo.
Blockchain e anticontraffazione: una sinergia perfetta
Una delle tecnologie sicuramente più innovative e interessanti che trova una quasi naturale applicazione nell’anticontraffazione dei marchi del lusso è quella della blockchain. Il fatto che questa tecnologia permetta la tracciabilità di ogni transazione su un registro digitale immutabile e immodificabile garantisce una tracciabilità, sicura rapida e affidabile, di tutta la filiera di un prodotto. In questo caso non si parla solo di anticontraffazione ma anche di un controllo su tutti i processi lavorativi da parte dei fornitori per garantire che ogni singolo passaggio venga effettuato secondo le linee di condotta produttive dell’azienda del luxury. Il primo colosso del lusso, LVMh, dal 2019 ha lanciato una sua piattaforma di tracciamento dei prodotti che grazie alla blockchain permette agli utenti di accedere a una serie di informazioni, a partire dalla possibilità di verificare facilmente l’autenticità dei prodotti acquistati.
Con la blockchain è possibile in pratica risalire alla identità digitale del prodotto, tracciandolo dalla sua origine fino al momento dell’acquisto in modo facile, sicuro e trasparente. La blockchain garantisce la certificazione incontrovertibile dell’autenticità e dell’origine dei prodotti. Inoltre, permette la totale trasparenza delle informazioni fornendo al cliente una sorta di certificato digitale di autenticità personalizzato con un sistema crittografico integrato.
Tecnologie di marcatura digitale per l’anticontraffazione
Alla base dell’implementazione di una soluzione basata su Blockchain vi è, come detto, la necessità di dotare ciascun prodotto di una propria identità digitale. Questa può essere realizzata tramite molteplici tecnologie, non necessariamente finalizzate alla “pubblicazione” del prodotto sulla piattaforma Blockchain.
Tra queste soluzioni merita un approfondimento la tecnologia RFId. Originariamente utilizzata per tenere traccia delle scorte, questa tecnologia consente di archiviare i dati digitali in un tag elettromagnetico, in cui possono essere contenute le informazioni della provenienza e dell’originalità del prodotto stesso. Esistono poi in fase sperimentale alcune sofisticate tecnologie di marcatura digitale, che contrassegnano i prodotti con caratteristiche di sicurezza uniche, grazie all’ausilio di modelli grafici o appositi sistemi di codifica, come le bande di memoria ottica, gli Ologrammi di sicurezza, i Marcatori di identificazione univoci, speciali Filigrane, Inchiostri invisibili o ancora codici di prodotto univoci leggibili da sistemi automatizzati.
Quello che appare certo all’orizzonte è che la lotta alla contraffazione deve richiedere l’utilizzo di più sistemi sofisticati di tracciamento e di riconoscimento della originalità del prodotto, sulla base della diversa categoria merceologica e dello specifico canale distributivo su cui lo stesso viene venduto.