FONTE: ZeroUno Web
La riapertura dei negozi e la ripresa dello shopping in presenza porta i brand a confrontarsi con la necessità di un cambio di paradigma per quanto riguarda la protezione del proprio marchio. Quali strumenti hanno oggi a disposizione le aziende per aumentare la cultura e la consapevolezza del brand e per combattere la contraffazione?
La fine della pandemia ha provocato un ritorno alle modalità di shopping tradizionali in presenza. Piazze e centri commerciali tornano a ripopolarsi e, con la ripresa della vita fuori casa, distributori e catene tornano a confrontarsi con questioni legate all’identità e alla valorizzazione del proprio brand. Nel frattempo, le nuove esperienze di acquisto, introdotte dalla filiera per fronteggiare lo scenario del Covid-19, non hanno eliminato i problemi di mercato grigio e tracciabilità della distribuzione tradizionale, ma li hanno arricchiti di aspetti inediti che ora gli addetti ai lavori devono fronteggiare con le tradizionali misure di tutela dell’identità del marchio.
“Per i settori del luxury, non solo fashion, ma anche automotive e food, è importante aumentare l’efficienza e la trasparenza connettendo il brand ai consumatori per mezzo di soluzioni di riconoscimento digitale” spiega Dario Pacotto di 3rand Up. Un riconoscimento, quello cui si riferisce, che inizia da soluzioni di tracciabilità pensate per l’anticontraffazione, e che si evolve fino a produrre e una vera e propria cultura del marchio, promossa per mezzo di piattaforme di Brand Value.
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