La contraffazione è un mercato criminale di dimensioni mondiali che rappresenterebbe, secondo quanto riportato da un recente studio condotto dall’OECD e dall’EUIPO, il 3,3 % del commercio globale per perdite equivalenti a 509 miliardi di dollari. Non soloil settore del lusso, ma anche farmaci, alimenti, bevande, giocattoli, accessori elettronici e prodotti per la cura del corpo sono sempre in misura maggiore nel mirino della criminalità, molto spesso organizzata e transnazionale. Se indubbiamente la cooperazione tra forze di polizia e dogane è fondamentale nello smantellamento della filiera illecita, negli ultimi anni l’interesse verso le tecnologie appartenenti all’Industry 4.0 è aumentato notevolmente. Queste sono infatti viste come un vero e proprio alleato nel contrasto alla contraffazione e come garanzia di qualità e sicurezza del prodotto nei confronti del consumatore finale.
La tecnologia blockchain: principi applicativi
Tra tutte le soluzioni tecnologiche presenti sul mercato, di particolare interesse è la blockchain. Il suo primo utilizzo risale al 2009 come protocollo base del software Bitcoin, la cui ideazione è attribuita allo pseudonimo di Satoshi Nakamoto. Le sue applicazioni, tuttavia, vanno ben oltre il mondo delle criptovalute, ponendosi ad oggi come tecnologia emergente ed estendibile a molti settori, tra cui quello delle filiere produttive. In termini generali, la blockchain può dirsi composta, come dice la parola stessa, da una catena di blocchi legati tra loro da complessi algoritmi e proprietà matematiche che garantiscono l’inalterabilità e l’immutabilità dei dati ivi inseriti. Le informazioni contenute al loro interno possono essere di diversa natura, essendo infatti possibile per ciascun bene fisico creare un corrispondente gemello digitale. La sicurezza complessiva del sistema poggia su due elementi: l’assenza di un intermediario centralizzato, essendo il tutto gestito in autonomia dal network, e l’utilizzo di chiavi crittografiche.
Le potenzialità nell’anticontraffazione
Le caratteristiche proprie della tecnologia in esame sembrano venire incontro alle sfide che i business devono affrontare nel mercato globale, quali la complessità sempre maggiore delle rotte, e quindi il coinvolgimento di un gran numero di attori lungo le catene distributive, e il conseguente rischio di infiltrazione di articoli falsi o adulterati con delle ricadute potenzialmente dannose per la salute e sicurezza dei cittadini.Concretamente parlando, ciascun stakeholderpresente lungo la filiera, dal produttore a coloro che si occupano del trasporto e della distribuzione, sono chiamati a registrare all’interno di una piattaforma digitale le informazioni relative alla transazione che li riguarda e riferite al prodotto in movimento. L’identità digitale di quest’ultimo è creata applicando al suo involucro esterno un dispositivo fisico di sicurezza, che può consistere in un codice Qr code o Bar code, o un tag Rfdi/Nfc. Ad ogni passaggio fisico del bene corrisponderà un aggiornamento delsuo stato sul database digitale.Il registro delle transazioni è pubblico e visionabile da ciascun soggetto, così che qualsiasi anomalia potrà essere facilmente identificata e bloccata.Infine, tramite la scannerizzazione del codice identificativo, il consumatore finale potrà risalire facilmente a tutte le informazioni che riguardano il prodotto che intende acquistare, verificandone origine e autenticità, con la certezza di accedere a dati sicuri e protetti.I benefici della blockchain possono dunque sintetizzarsi come segue:
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maggiore trasparenza dell’intero processo produttivo
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possibilità di conoscere in ogni momento la posizione del prodotto lungo la filiera (track)
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possibilità di ricostruire a posteriori la storia del prodotto attraverso le informazioni registrate nel database (trace)
Alcune applicazioni concrete
Le applicazioni concrete della blockchain si riscontrano in più settori, come quello agroalimentare, farmaceutico e del lusso. Nel primo, e specialmente nel settore vitivinicolo, le iniziative sono molteplici.
Nel panorama italiano interessante è la piattaforma di tracciabilità di Almaviva a tutela del Made in Italy, che nasce dalla collaborazione tra Ministero delle Politiche agricole, l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura e il Sistema Informativo Nazionale per lo sviluppo dell’Agricoltura. In questo caso la struttura blockchain in uso è Etherum. Il sistema prevede che su ogni bottiglia di vino sia applicato un tag Nfc attraverso cui è possibile risalire alla sua storia, dalla coltivazione alle fasi intermedie di imbottigliamento e distribuzione. Inaggiunta, la lettura del tag da accesso a tutti i dati contenuti nei server del Ministero delle Politiche agricole e dell’AGEA. L’app eNology, appositamente progettata, permette infine al consumatore di conoscere la storia del prodotto a partire dal primo anello della catena. Nel settore del lusso, un esempio è dato da Luxochain, un’azienda con sede a Lugano e fondata da quattro imprenditori italiani. Anche in questo caso l’obiettivo è lo stesso: creare un gemello digitale del prodotto e una catena di transazioni criptate e sicure, resiliente a tentativi di falsificazione. A disposizione di qualsiasi consumatore è un app user friendly, molto simile ad Instagram, che consente facilmente di risalire a tutte le informazioni associate al prodotto in questione. Come anticipato, anche nell’industria farmaceutica si riscontrano più movimenti in questa direzione, specialmente a livello internazionale. Un esempio tra i tanti è Authena, un’azienda svizzera con sede a Zugo che ha elaborato una piattaforma che rendepossibile il tracciamento del farmaco lungo l’intera filiera avvalendosi di tag Nfc. In conclusione, si può affermare come la blockchain si pone in prima linea, insieme ad altri sistemi di intelligenza artificiale, come tecnologia emergente nella tracciabilità e nell’anticontraffazione, essendo le sue prospettive di crescita ed utilizzo molto promettenti.
Testi e siti di riferimento
A. Follini, Applicazioni Blockchain in Supply Chain: sfide ed opportunità all’interno del settore agroalimentare, Politecnico di Torino, Torino, 2018
https://www.almaviva.it/it_IT/Agricoltura/Case_study_enology